sabato 30 marzo 2019

La Corniola - Gemma

Corniola grezza
La corniola è una varietà molto nota di calcedonio. La sua colorazione più pregiata è quella di un rosso-arancio, dovuto alla presenza di ossidi di ferro, mentre le tonalità più chiare sono da attribuirsi all'idrossido di ferro. Se si sottopone il minerale ad un leggero riscaldamento, il suo colore diventa più intenso.

La durezza è 7 della scala di Mohs, come per tutti i quarzi, e questo fatto la rende molto adatta ai lavori di incisione oltre che alla produzione di sfere di collane.
Carnelian - tumble polished stone
Per gli antichi Egizi la corniola, era il rosso simbolo della vita: legata a precise pratiche religiose, aveva il compito di accompagnare i defunti durante il viaggio verso l'aldilà, per questo la gemma adornava anche il prezioso pettorale funerario del faraone Tutankhamon. In corniola poi venivano scolpiti molti animali sacri come l'ariete di Amon ed il falco Horus (simbolo del sole). Nel Buddhismo è uno dei sette tesori, simboleggia la saggezza.

I giacimenti più noti, anticamente sfruttati già dai Romani, erano quelli situati in Arabia, India e in Persia. Attualmente la corniola si estrae nello stato brasiliano di Rio Grande do Sul e in Uruguay.

Graptoliti

I graptoliti, tra cui i Monograptus, sono fossili guida (organismi acquatici che hanno avuto un'ampia distribuzione geografica) del Paleozoico (570-225 milioni di anni fa). Sono molto comuni come fossili e si trovano spesso associati a sedimenti depostisi in fondali marini.
Sono stati a lungo considerati solo resti organici e riconosciuti come veri e propri organismi animali nel 1821. Il loro nome ("scrittura di pietra") deriva dalla loro particolare forma, simile a una scrittura cuneiforme. I graptoliti sono un gruppo estinto di organismi marini coloniali, con esoscheletro chitinoso, vissuti dal Cambriano al Carbonifero. Gli animali (zooidi) avevano corpo molle, vermiforme, e alloggiavano in teche disposte su 1-2 file lungo i rami della colonia (rabdosomi). Dalle teche partiva un filamento (virgula) col quale l'organismo si fissava a un galleggiante (pneumatoforo).
Le colonie di Monograptus avevano un solo ramo che poteva assumere forme diverse (rettilinea, ricurva, spiralata) di grande importanza per la classificazione delle specie.
Monograptus spiralis

venerdì 29 marzo 2019

Litotipo

Turbidite
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Un litotipo è un tipo di roccia formato da un certo numero di minerali e/o altri elementi che lo caratterizzano, presenti in determinate proporzioni. Quasi sempre a definire un litotipo contribuiscono anche - e in certi casi esclusivamente - tessitura e/o struttura e/o dimensioni degli elementi costituenti (la cosiddetta "grana" della roccia). Il litotipo è l'unità elementare di un corpo roccioso, l'equivalente della specie in biologia. Tra gli elementi che formano un litotipo, oltre ai cristalli, che sono l'assoluta maggioranza, vi sono i resti di organismi fossilizzati e altri materiali biologici, come ad es. in alcuni tipi di rocce sedimentarie, e i frammenti di altre rocce preesistenti, come in brecce e conglomerati.


Per definire a quale litotipo appartiene una roccia bisogna utilizzare appositi schemi e diagrammi classificativi che si basano principalmente sul tipo di minerali presenti e sui rapporti percentuali (in volume) tra essi; per alcune rocce i diagrammi tengono conto anche dei rapporti geometrici tra i cristalli e di altre strutture visibili solo al microscopio, che sono indicative dell'ambiente fisico di formazione della roccia. Nelle rocce sedimentarie terrigene ha grande importanza la dimensione, o grana, degli elementi costituenti, mentre per le rocce subvulcaniche e vulcaniche, a grana finissima o non completamente cristallizzate, è quasi sempre necessario l'utilizzo di diagrammi che si basano sull'analisi chimica della roccia. Per fare degli esempi, un granito è un litotipo formato esclusivamente da cristalli di dimensioni visibili ad occhio nudo, caratterizzato dalla presenza di minerali femici in percentuale volumetrica inferiore al 10%, da quarzo in percentuale compresa tra il 20 e il 60% e da un rapporto volumetrico tra feldspato potassico e plagioclasio compreso tra 9:1 e 1:2. I cristalli hanno dimensioni non molto diverse tra loro e dei rapporti geometrici che consentono di definire l'ordine di cristallizzazione. Con la stessa composizione di minerali, ma con rapporti geometrici e dimensionali diversi tra i cristalli, però, la roccia potrebbe diventare un altro litotipo: un porfido granitico, una riolite, una pegmatite, un'aplite, un'ortogneiss, una granulite acida, un'arcosa.

Affioramento roccioso - Outcrop

Affioramento di una Discordanza stratigrafica
Un affioramento roccioso è un complesso roccioso o porzione di giacimento minerario che appare alla superficie del suolo, non mascherato da detriti, dal terreno vegetale o da altre forme di copertura.

In Geologia, con particolare riguardo al Rilevamento geologico, per affioramento roccioso, o più brevemente affioramento, si intende una zona, generalmente su scala metrica o decimetrica, nella quale è assente la copertura di alterazione dovuta agli agenti esogeni o vegetazionale e dove quindi il substrato roccioso affiora rendendosi direttamente accessibile all'analisi geologica.

Nella maggior parte dei casi, sulla superficie terrestre le rocce e i depositi recenti sono ricoperti da uno strato di suolo e vegetazione, che ne ostacolano l'osservazione diretta e quindi l'analisi. Dove, invece, la copertura del suolo è stata rimossa attraverso l'erosione o lo scavo ad opera dell'uomo, la roccia risulta esposta.
Affioramento di natura antropica - Taglio per una strda. Normal faults in volcanic ashes and paleo-soils, El Salvador, photo by Chuck DeMets
Gli affioramenti sono frequenti in zone di frana, nelle rive dei fiumi o in zone tettonicamente attive. Alcuni affioramenti possono invece trarre origine da scavi umani come quelli per le strade, o tratti temporaneamente non ricoperti in tunnel, visibili durante lo scavo dello stesso.
Affioramento di Strati di Carbone, Turchia
L'affioramento è una delle fonti di informazione più preziose in geologia e fornisce al geologo rilevatore una ricca serie di dati di campagna come quelli petrografici, strutturali e paleontologici, (ad esempio giacitura, foliazione, direzione di paleo correnti, orientazione paleomagnetica), permettendo il campionamento litologico per un'analisi più approfondita in laboratorio. Nel rilevamento geologico l'affioramento viene cartografato su una base topografica al fine di costruire, insieme a tutti gli altri dati rilevabili in situ (es. faglie o elementi geomorfologici), le carte geologiche.
Testo tratto da Sapere.it e Wikipedia (modificato)

Prove Spt e Modulo Edometrico

Una premessa: tutte le formule che seguono sono sperimentali. I valori del modulo edometrico M ottenibili dall'applicazione delle formule sono da ritenersi indicativi nel rispetto della validità e applicabilità delle stesse.
Per saperne di più consultare qualche buon testo di Geologia Applicata
  ( se notate degli errori nelle formule prego chiunque di comunicarmelo) 

Malcev & Menzebach
Validità: Sabbie
 Farrent
Validità: Sabbie
Stroud & Butler
Validità: Argille di media e bassa plasticità

mercoledì 27 marzo 2019

Dinosauri: Il Diplodocus

Diplodocus - Ricostruzione museale con il collo orizzontale, la coda a frusta flessibile, spine cheratinose su dorso e coda
Il Diplodocus era un dinosauro enorme, il più lungo tra quelli conosciuti: l’altezza era di 6 metri, il peso di 30 tonnellate, e un esemplare rinvenuto nel New Mexico (Stati Uniti) arrivava a 50 metri di lunghezza. Aveva collo lungo, che teneva in posizione orizzontale, e cranio minuscolo: in proporzione, un uomo dovrebbe avere una testa del diametro di 4 centimetri.
Dimensioni delle due specie di Diplodocus - D. carnegii (in verde) e D. hallorum (in arancione) a confronto con un uomo. Ogni segmento della griglia rappresenta un metro quadro.

I denti erano a forma di matita ed erano presenti solo nella parte anteriore della bocca: probabilmente l’animale li usava come con un rastrello per raccogliere le foglie dei cespugli e delle piante. La coda, lunghissima e sottile nella porzione terminale, era un’arma terribile: azionata da potenti muscoli scattava lateralmente a velocità incredibile, sibilando come una frusta, e poteva spezzare le zampe dei predatori che tentavano di sorprenderlo. 
Il Diplodocus viveva in branchi, probabilmente per difendersi meglio dai predatori, e si muoveva lentamente su zampe simili a colonne.
Il nome, che significa "doppia trave", si riferisce alla particolare conformazione delle vertebre del tratto mediano della coda, dotate di prolungamenti (foggiati appunto a doppia trave) che probabilmente servivano da ammortizzatori quando la coda premeva contro il terreno.

NOME ITALIANO: Diplodocus - LUNGHEZZA: 50 m - PERIODO: Giurassico -
DISTRIBUZIONE: America Settentrionale - PHYLUM: Cordati - CLASSE: Dinosauri -
ORDINE: Saurischi - FAMIGLIA: Diplodocidae.
Testo dal sito Sapere.it

Mauna Loa Vulcano

Questa è un immagine ad alta risoluzione del Mauna Loa, per apprezzare i dettagli basta ingrandirla.
Il Mauna Loa è un vulcano situato sull'isola di Hawaii. Si tratta di un vulcano a scudo, attivo, con un volume stimato di 75.000 km cubici, che ne fa il più grande vulcano della Terra per volume, anche se la sua cima (4.169 m s.l.m.) è di 36 m più bassa del suo vicino Mauna Kea, un altro dei cinque vulcani che formano l'isola maggiore delle Hawaii. Dato che la sua struttura a forma di cono poggia sul fondale oceanico profondo circa di 5000 m, l'altezza complessiva della montagna supera quella dell'Everest.

Il nome hawaiano "Mauna Loa" significa "montagna lunga". La lava eruttata è povera di silice, caratteristica che la rende poco viscosa ed impedisce eruzioni esplosive, creando così un vulcano dai pendii poco inclinati, con la forma di uno scudo.
Island of Hawai'i - Landsat mosaic
Hawaii Land Cover Analysis project, NOAA Coastal Services Center
This simulated true-color image of the island of Hawai'i was derived from data gathered by the Enhanced Thematic Mapper plus (ETM+) on the Landsat 7 satellite between 1999 and 2001.
Il vulcano ha eruttato per 700.000 anni, ed è emerso dal mare circa 400.000 anni fa. La roccia datata più vecchia risale a circa 200.000 anni fa. Il magma proviene dall'hot spot delle Hawaii, ed è responsabile della formazione dell'arcipelago e della catena sottomarina Hawaii-Emperor.
Catena Hawaii-Emperor dalle Hawaii al Pacifico nordoccidentale (isole Aleutine)
L'ultima eruzione del Mauna Loa è avvenuta tra il 24 marzo e il 15 aprile 1984. Nessuna tra le più recenti eruzioni del vulcano ha causato vittime, ma le eruzioni del 1926 e del 1950 hanno distrutto dei villaggi.
La particolare locazione geografica, su un'isola in mezzo all'oceano, unita all'altezza considerevole ne fa un luogo particolarmente ideale per il monitoraggio fisico della libera atmosfera specie per le concentrazioni globali di CO2 con la presenza dell'omonima stazione meteorologica.

Image: Natural-colour satellite image of the summit of Mauna Loa overlaid with 100-meter contour lines.
NASA Earth Observatory

Skeleton Coast of Namibia

Parco nazionale della Skeleton Coast - Skeleton Coast National Park
Skeleton Coast (letteralmente "costa degli scheletri") è il nome di una parte della costa atlantica della Namibia settentrionale. In senso proprio, il nome si riferisce al tratto di costa compreso fra le foci dei fiumi Cunene e Swakop; in alcuni casi, tuttavia, lo si usa in senso più generico per indicare la parte costiera del deserto del Namib fino al fiume Orange. Il tratto di costa più settentrionale, fra il Cunene e il fiume Ugab, è incluso nell'area naturale protetta dello Skeleton Coast National Park, fondato nel 1971. Il tratto di 200km che va da Swakopmund al fiume Ugab, denominato National West Coast Recreation Area, è rinomato per la pesca sportiva, che attrae appassionati anche dallo Zimbabwe e dal Sudafrica.
 

La costa è quasi ovunque piatta e sabbiosa, solo raramente rocciosa. Nella parte meridionale predominano le spiagge sassose, mentre a nord le dune di sabbia arrivano ad affacciarsi sull'oceano.

Il clima è estremamente arido, con scarsissime precipitazioni. L'umidità viene però portata nell'entroterra del fenomeno delle nebbie costiere: la corrente fredda del Benguela che lambisce la costa, infatti, è di circa 8° più fredda delle acque continentali, e il contatto fra le rispettive masse d'aria provoca il condensarsi di nebbie costiere per quasi tutto l'anno. Poiché il fenomeno è più intenso durante le ore notturne, le nebbie mattutine arrivano talvolta a spingersi nell'entroterra per oltre 50 chilometri all'interno. L'umidità trasportata da questa nebbia fornisce un sostentamento fondamentale per la sopravvivenza della flora e della fauna del deserto del Namib.
Relitto
Nella regione vivono una vasta gamma di animali, da quelli di piccola taglia come insetti e rettili (presenti anche in molte zone interne del Namib) fino a grandi mammiferi come elefanti, giraffe, rinoceronti, leoni, springbok e gemsbock.


La Skeleton Coast è nota per essere particolarmente inospitale e difficile da raggiungere; verso l'interno il deserto si estende per decine di chilometri, e dal mare è difficile avvicinarsi a causa delle forti onde causate dalla corrente del Benguela. Per questi motivi la costa era chiamata "la terra che Dio ha creato con rabbia" dai boscimani, e "le sabbie dell'Inferno" (as areais do Inferno) dai portoghesi. Il nome odierno si riferisce agli innumerevoli relitti spiaggiati lungo la costa. In tutto se ne contano oltre un migliaio; fra i più celebri ci sono quelli delle navi Eduard Bohlen, Otavi, Dunedin Star e Tong Taw.
Eduard Bohlen in Skeleton Coast

lunedì 25 marzo 2019

Antelope Canyon - Slot Canyon


L'Antelope Canyon è lo slot canyon più visitato degli Stati Uniti sudoccidentali. Si trova sulla terra Navajo vicino a Page, Arizona. L'Antelope Canyon consiste di due formazioni separate, chiamate Antelope Canyon Superiore e Antelope Canyon Inferiore.

L'Antelope Canyon (come gli altri slot canyon) si è formato nel corso di milioni di anni a causa dell'erosione dell'arenaria da parte dell'acqua e del vento.









Il Preikestolen - Pulpito di Roccia - Contiene Video


Il Preikestolen, come è chiamato in norvegese nynorsk (Prekestolen in norvegese bokmål, Pulpito di roccia in italiano, Hyvlatonnå in norvegese antico), è una falesia di granito alta 604 metri e che termina a strapiombo sul Lysefjord, di fronte al Kjeragbolten, nei pressi del villaggio di Forsand (Norvegia).

Il numero di turisti nel 2012 è stato in crescita rispetto agli anni precedenti: visitato da circa 200.000 persone, il Preikestolen è ad oggi uno dei siti più gettonati del paese scandinavo.




Vista dall'alto 


venerdì 22 marzo 2019

Supervulcano

La caldera del vulcano Aniakchak - Alaska
Comunemente con il termine Supervulcano ci si riferisce a 10-12 grandi caldere presenti sulla superficie terrestre, che arrivano ad avere un diametro di varie decine di km. Tali strutture sono individuate a livello del suolo e non sono associabili al collasso di precedenti edifici vulcanici come le normali caldere. Le grandi caldere si suppone che vengano generate da un punto caldo (in inglese Hot spot) che è situato in profondità sotto di esse. Tali strutture non sono considerate dei veri e propri vulcani, in quanto non è presente un edificio vulcanico visibile, quanto semmai una depressione di origine vulcanica. All'interno delle grandi caldere è possibile notare lo sviluppo di vari crateri più o meno formati e la presenza di un vulcanismo di tipo secondario (geyser, fumarole, sorgenti termali, ecc.). Non è mai stata osservata un'eruzione di questo tipo di caldere (che hanno periodi di quiescenza di centinaia di migliaia di anni tra un'eruzione e l'altra), anche se nelle aree circostanti si trovano chiare tracce geologiche di imponenti eruzioni passate. Gli esempi più noti di questo tipo di apparati sono il parco delle Yellowstone (USA), i Campi Flegrei (Italia), il lago Toba (Indonesia).
La mappa di Yellowstone. Il parco si trova su tre caldere attive.
Il termine "supervulcano" non è utilizzato in vulcanologia, ma è stato coniato dagli autori di un programma divulgativo scientifico, Horizon, mandato in onda dalla BBC nel 2000, per riferirsi al risveglio di tali grandi caldere che producono gigantesche eruzioni vulcaniche, tali da modificare radicalmente il paesaggio locale e condizionare pesantemente il clima a livello mondiale per diversi anni, con effetti cataclismatici sulla vita stessa del pianeta.
I Campi Flegrei sono una vasta area di natura vulcanica situata a nord-ovest della città di Napoli; la parola "flegrei" deriva dal greco flègo che significa "brucio", "ardo". Nella zona sono tuttora riconoscibili almeno ventiquattro tra crateri ed edifici vulcanici, alcuni dei quali presentano manifestazioni gassose effusive (area della Solfatara) o idrotermali (ad Agnano, Pozzuoli, Lucrino), nonché sono causa del fenomeno del bradisismo (molto riconoscibile per la sua entità nel passato nel cosiddetto tempio di Serapide a Pozzuoli). Geologicamente l'area dei campi flegrei è una grande caldera in stato di quiescenza con un diametro di 12–15 km nella parte principale, dove si trovano numerosi crateri, piccoli edifici vulcanici e zone soggette ad un vulcanismo di tipo secondario (fumarole, sorgenti termali, bradisismo...). In tutta la zona sono visibili importanti depositi di origine vulcanica come il Tufo Grigio Campano (o Ignimbrite Campana) o il Tufo Giallo. Nella zona sono presenti dei laghi di origine vulcanica (Lago d'Averno), e laghi originatisi per sbarramento (Lago Fusaro, Lago di Lucrino e Lago Miseno).
Nel 2003, in attuazione della Legge Regionale della Campania n. 33 del 1.9.1993, è stato istituito il Parco regionale dei Campi Flegrei. I Campi Flegrei costituiscono un'area ad alto rischio e sono monitorati dall'Osservatorio Vesuviano sia con campagne periodiche che con monitoraggi continui. Zone di importante valore biologico e naturale sono: il Capo Miseno, il Parco sommerso di Baia e il Cratere degli Astroni.
Attualmente l'area dei Campi Flegrei è compresa nei comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto Flegreo. Ricadono altresì in essa a Napoli i quartieri di Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura,Posillipo, Soccavo, e le località di Agnano e Pisani.
Tuttavia non sono state definite le caratteristiche/dimensioni minime di un supervulcano, anche se vi sono almeno due tipi di eruzione vulcanica che possono essere identificabili in questo modo. La visibilità di una tematica di questo genere ha comunque favorito lo studio sui possibili effetti di una eruzione di questo tipo.

per sapene di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Supervulcano

mercoledì 20 marzo 2019

Evoluzione dei Continenti negli ultimi 650 milioni di anni - Video

La Terra nel Giura sup.
Il video che segue è una ricostruzione in 3 minuti dell'evoluzione delle terre emerse negli ultimi 650 milioni di anni. Il testo seguente è in inglese perchè così l'ho trovato su youtube. Come al solito l'inglese scientifico è semplice da capire pertanto non ho provato minimamente a farne una traduzione.
Grazie a tutti i visitatori del blog.

Earth's landmasses were not always what they are today. Continents formed as Earth's crustal plates shifted and collided over long periods of time. This video shows how today's continents are thought to have evolved over the last 600 million years, and where they'll end up in the next 100 million years. Paleogeographic Views of Earth's History provided by Ron Blakey, Professor of Geology, Northern Arizona University.




domenica 17 marzo 2019

Dolomia - Dolomite

Dolomia
La dolomia è una roccia sedimentaria carbonatica costituita principalmente dal minerale dolomite, chimicamente un carbonato doppio di calcio e magnesio.

Questa roccia prende il suo nome (come il minerale dolomite) dal naturalista e geologo francese Déodat de Dolomieu (1750-1801), il quale nel 1791 osservò tale roccia nei gruppi montuosi delle Dolomiti nel nord Italia.

Quando in un calcare la calcite è parzialmente sostituita da dolomite, esso viene chiamato calcare magnesiaco, calcare dolomitico o dolomia calcarea in funzione della specie mineralogica dominante in percentuale.
La roccia è riconoscibile grazie alla durezza (viene scalfita da una punta d'acciaio) ed alla sua inattaccabilità da parte dell'acido cloridrico diluito. Con l'ausilio della lente sono riconoscibili i piani di sfaldatura romboedrica del carbonato.

martedì 12 marzo 2019

Wādī al-Ḥītān (in arabo: وادي الحيتان, letteralmente valle delle balene)


Wādī al-Ḥītān (in arabo: وادي الحيتان, letteralmente valle delle balene) è un sito paleontologico che si trova nel governatorato del Fayyum, nel deserto occidentale dell'Egitto.

Nel 2005 è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO per le centinaia di fossili che si trovano in quest'area, rappresentanti gli archeoceti, cioè antichissimi progenitori delle odierne balene.

I fossili mostrano resti di arti nascosti, testimoniando così l'evoluzione dei cetacei da forme di vita terrestri a forme di vita marine.

Dorudon Atrox Whale


domenica 10 marzo 2019

Gallio - Il metallo che fonde in una mano - Contiene Video

Gallio
Il gallio è l'elemento chimico di numero atomico 31. Il suo simbolo è Ga. È un metallo raro, tenero e di colore argenteo. Il gallio è molto fragile a temperatura ambiente e fonde poco al di sopra di essa; può fondere nel calore delle mani di una persona (fondendo si comprime aumentando di densità). Si trova in tracce nella bauxite e in minerali di zinco. L'arseniuro di gallio è un importante semiconduttore usato in molti dispositivi elettronici, soprattutto nei diodi LED.

Il gallio ad elevata purezza ha colore argento e si frattura facilmente, con fratture concoidali come il vetro. Il gallio metallico si espande del 3,1% durante la solidificazione, per cui non dovrebbe mai essere tenuto in contenitori di vetro o di metallo. Inoltre il gallio è corrosivo per i metalli, perché gli atomi di gallio si diffondono nella matrice cristallina metallica, formando leghe fragili.

Il gallio è un metallo liquido a temperatura (30 °C) prossima a quella ambiente quindi si può usare in termometri per alte temperature. È inoltre il metallo che ha il più ampio intervallo di temperatura in fase liquida, e una tensione di vapore molto bassa ad alta temperatura.

Questo metallo ha una forte tendenza a superraffreddarsi, cioè a restare liquido anche al disotto del suo punto di fusione; per questo è necessario mettere dei semi cristallini nella massa di gallio liquido per farla solidificare. La densità del gallio liquido è maggiore del gallio solido, come nel caso dell'acqua; di solito per i metalli si ha l'opposto. Il gallio ad alta purezza viene lentamente attaccato dagli acidi inorganici.

Il gallio non cristallizza in nessuna delle strutture cristalline semplici: la fase stabile in condizioni normali è quella ortorombica con 8 atomi per cella cristallina. Ogni atomo ha un solo vicino più prossimo, a 2,44 Å, e altri sei atomi vicini nel raggio di 2,83 Å. Esistono molte altre fasi stabili e metastabili del gallio in varie condizioni di temperatura e pressione. Il legame chimico fra gli atomi più vicini del cristallo di gallio è di tipo covalente, per cui il dimero Ga2 è considerato il costituente principale del cristallo.



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