giovedì 22 febbraio 2018

Numero atomico 10 - Il neon o neo - Ne


Il neon o neo (dal greco νέος -α -ον "nèos -a -on", significato: nuovo) è un elemento chimico della tavola periodica degli elementi, che ha come simbolo Ne e come numero atomico 10. Gas nobile, quasi inerte, incolore. Il neon possiede una distintiva incandescenza rossastra quando è utilizzato in un tubo a scarica o nelle lampade dette, appunto, "al neon". È presente in tracce nell'aria.
Il neon è il secondo per leggerezza tra i gas nobili, emette un'incandescenza rosso-arancio dentro ad un tubo a scarica e possiede una capacità di refrigerazione 40 volte superiore a quella dell'elio liquido e tre volte superiore all'idrogeno liquido (a parità di unità di volume). 
In molte applicazioni è un refrigerante meno costoso dell'elio. Il neon possiede la scarica più intensa tra tutti i gas rari (a parità di tensione e corrente).

mercoledì 21 febbraio 2018

Biotite

Biotite, Orthoclase
Locality: Erongo Mountain, Usakos and Omaruru Districts, Erongo Region, Namibia (Locality at mindat.org)
Size: 7.8 x 6.4 x 3.2 cm.
La biotite è un fillosilicato ferrifero appartenente al gruppo delle miche, termine estremo avente formula K(Mg;Fe)(AlSi3O10)(OH)2.

Si presenta di colore scuro per la presenza di ferro (dal verde scuro al più sovente nero), di lucentezza vitrea, la cristallizzazione nel sistema monoclino e la sua peculiare struttura a strati, conferiscono una sfaldatura perfetta in sottili lamine flessibili ed elastiche. È un componente femico (mafico) molto diffuso nelle rocce magmatiche, specialmente intrusive, e in quelle metamorfiche.

Il nome biotite fu scelto da Johann Friedrich Ludwig Hausmann in onore del fisico francese Jean-Baptiste Biot che nel 1816 si era dedicato alla ricerca delle proprietà ottiche della mica.

Nel 1999 il sottocomitato per la nomenclatura delle miche dell'International Mineralogical Association ha stabilito che il termine biotite venga usato per la serie di minerali comprendente phlogopite, siderophyllite, annite ed eastonite e quindi non è più un nome di specie valido.

Sintema - Unità a limiti inconformi

Il sintema è un'unità strutturale fondamentale della stratigrafia è il tipo principale riconosciuto di unità a limiti inconformi.


Questo termine deriva dal greco σύν ("insieme") e θημ- ("deposito di").
Se utile e necessario, un sintema può essere suddiviso in due o più subsintemi e due o più sintemi possono essere raggruppati in un supersintema.
Una gerarchia esatta e precisa nella classificazione stratigrafica non è facile, in quanto dipende dall'importanza della discontinuità stratigrafica che delimita le varie unità. Generalmente la loro importanza in stratigrafia si basa su tre criteri principali: il grado di discordanza angolare (geometrico), la durata dell'intervallo di tempo corrispondente allo hiatus deposizionale in corrispondenza della discontinuità (temporale) e l'estensione geografica della stessa (spaziale), criteri che sono spesso indipendenti uno dall'altro e che possono avere un valore diagnostico differente a seconda dei casi.
Onde evitare confusioni di scala si preferisce limitare l'uso del supersintema e del subsintema a meno che non sia strettamente necessario.
Nella nomenclatura stratigrafica il supersintema viene indicato con una sigla di due lettere dell'alfabeto maiuscole, il sintema con tre lettere dell'alfabeto sempre maiuscole e il subsintema con un numerino in pedice al sintema cui è correlato.

Scarica il file: UNITÀ A LIMITI INCONFORMI UTILIZZATE PER LA CARTOGRAFIA DEI DEPOSITI QUATERNARI NEI FOGLI CARG DELLA SICILIA NORD-OCCIDENTALE 

domenica 18 febbraio 2018

La Storia del Servizio Geologico d'Italia

Il Servizio Geologico d'Italia produce carte geologiche da oltre 130 anni. La storia del Servizio Geologico, che nel corso tempo ha cambiato assetto istituzionale e nome numerose volte, è indissolubilmente legata alla storia della carta geologica come risulta da quanto di seguito descritto.
La costituzione geologica del nostro Paese ha da sempre incuriosito e affascinato gli studiosi fin dai tempi di Leonardo da Vinci, ma nonostante ciò è sempre mancato da parte dei governanti un preciso disegno politico ed un costante supporto economico per far sì che il nostro Paese possa essere annoverato tra gli attuali leaders nelle Scienze della Terra.
Infatti, già prima dell'unità d'Italia, gli studiosi avevano manifestato l'intenzione di realizzare una carta geologica della penisola italiana in analogia con quanto in atto in altri paesi europei. Ma il programma si arenò per mancanza di fondi e di vedute non condivise.
Il progetto di cartografia geologica fu quindi portato avanti a livello locale, sostenuto dai governanti più all'avanguardia, e solo per particolari aree al fine di stimolare l'industria mineraria e l'economia. Con l'unità d'Italia si sentiva l'esigenza di disporre di una cartografia topografica a grande scala su cui basare la cartografia geologica, di costituire una Commissione centrale al fine di determinare le procedure idonee all'avvio del rilevamento del territorio nazionale e di una Collezione centrale generale, nonché della disponibilità di carte geologiche parziali e illustrate, e della formazione del personale da adibire ai lavori di rilevamento.
1867 - il Comitato Geologico
Il Regio Decreto n. 4113 del 15 dicembre 1867 dispone che la Sezione geologica del Consiglio delle Miniere è costituita in Comitato Geologico presso il Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio, con l'incarico di compilare e pubblicare la grande carta geologica del Regno d'Italia e di dirigere i lavori, raccogliere e conservare i materiali e i documenti relativi.
La sede del Comitato è a Firenze. E' al toscano Igino Cocchi, coadiuvato da uomini illustri quali Felice Giordano e Quintino Sella, che spetta l'incarico di presidente del Comitato Geologico.
1869 - le pubblicazioni
Nel 1869 il Comitato Geologico delibera (adunanza n. 5 del 29 giugno 1869) di affiancare la produzione cartografica con la stampa di pubblicazioni quali il Bollettino e altre monografie per mostrare al paese quanto si è lavorato e favorire, attraverso lo scambio scientifico, relazioni con i Servizi geologici esteri.
 1872 - la prima carta geologica
La Carta geologica dell'Isola di Ischia alla scala 1:25.000 viene considerata la prima carta pubblicata dal Regio Comitato Geologico
1873 - il Regio Ufficio Geologico
Il R.D. n. 1421 del 1873 determina le norme per la formazione e la pubblicazione della Carta geologica d'Italia affidate all'Ufficio Geologico costituito presso la Sezione del Corpo Reale delle Miniere a Roma, sotto l'alta direzione scientifica del Comitato Geologico tra i cui compiti compare anche quello di stabilire la classificazione dei terreni e provvedere alla scelta dei colori e dei simboli da utilizzare nella rappresentazione cartografica.
Viene decretato che all'Ufficio Geologico sarà annesso una speciale sezione nella quale verranno disposti e classificati i minerali e le rocce raccolte nei lavori di campagna oltre ai libri, carte e strumenti già in uso presso la sede fiorentina del Comitato Geologico.
1877 - i primi rilevamenti per la Carta geologica d'Italia alla scala 1:100.000
La produzione delle carte geologiche del Regno alla scala 1:100.000 ha inizio con la realizzazione dei fogli relativi ad aree di particolare interesse geologico-minerario. E' la Sicilia, per l'importanza economica dei suoi giacimenti minerari, l'area ad avere la maggior produzione cartografica con il rilevamento di ben 31 fogli alla fine del 1891! I lavori di rilevamento, compiuti tra il 1877 e il 1882, servono alla realizzazione della carta alla scala 1:500.000 a sua volta adottata come quadro di unione della carta alla scala 1:100.000, oltre che alla produzione di carte a scala maggiore come quella relativa allo Stretto di Messina, presentata a Parigi in occasione del I Congresso Geologico Internazionale del 1878.
Le attività di rilevamento non sempre si concludevano con la stampa della carta che restava quindi negli archivi come documentazione.
1877/1885 - iniziano i passaggi da un Ministero all'altro...
Con il R.D. 4220 del 26 dicembre 1877 il Servizio delle miniere viene posto alla dipendenza del Ministero dei lavori pubblici.
Il Comitato Geologico viene istituito presso il Ministero di agricoltura, industria e commercio (R.D. 4715 del 23 gennaio 1879).
1881 - la prima carta al Milione
Al II Congresso Internazionale di Geologia di Bologna viene presentata la prima carta geologica d'Italia alla scala 1:1.000.000 (in realtà 1:1.111.111) in due fogli che riporta la sintesi delle conoscenze geologiche edite ed inedite dell'intero territorio italiano.
1885 - la sede storica
Su progetto di R. Canevari venne costruito in largo S. Susanna a Roma uno stabile per ospitare il Museo Agrario Geologico e il Regio Ufficio Geologico. Nello stabile, oltre alle sale espositive delle Collezioni Paleontologiche e Litomineralogiche, trova spazio anche la Biblioteca. Il Museo Agrario Geologico venne inaugurato dal Re Umberto I nel 1885.
1888/1900 - Campagna Romana e Calabria
Un certo impulso alla produzione cartografica del territorio viene dato con la realizzazione dei fogli geologici dell'area della Campagna Romana e della Calabria. E' proprio con la stampa di 23 fogli della Calabria meridionale alla scala 1:50.000 che si mette a disposizione, in un'area totalmente priva fino ad allora di cartografia ufficiale, una preziosa documentazione utile alla pianificazione territoriale.
1920 - Ufficio Geologico della Direzione generale delle miniere
Dopo un periodo di inattività legata all'avvento della Prima Guerra Mondiale e alla conseguente gravità delle condizioni economiche in cui versa il Paese, si riprendono i lavori per la realizzazione della cartografia geologica d'Italia.
Con il R.D. n.19 del 4 gennaio 1920 si stabilisce che l'Ufficio Geologico dovrà provvedere:
  • al rilevamento e alla pubblicazione della carta geologica del regno e alla preparazione e pubblicazione dei relativi studi illustrativi;
  • allo studio petrografico e chimico dei minerali e delle rocce dal punto di vista scientifico e da quello della loro possibile utilizzazione ed allo studio dei problemi geologici d'interesse pratico generale;
  • alla consulenza geomineralogica;
  • alla raccolta di minerali e di rocce italiani ed al loro ordinamento in collezioni scientifiche.
1923 - Ministero dell'Economia Nazionale
Nell'ambito della costituzione del Ministero dell'Economia Nazionale, l'Ufficio Geologico entra a far parte della Divisione Esplorazione del sottosuolo dell'Ispettorato generale delle miniere e dei combustibili nazionali (R.D. n.2125 del 6 settembre 1923). Il riordino del Servizio Geologico viene riportato nel R.D. n.346 del 17 febbraio 1927, dove vengono ribaditi i compiti dell'Ufficio Geologico. Si assiste quindi alla ripresa delle attività di rilevamento e alla stampa di nuove pubblicazioni, anche con la collaborazione da parte del Regio Magistrato alle Acque. Viene così realizzata la stampa la Carta delle Tre Venezie e le relative Note Illustrative.
1936 - Corpo Reale delle Miniere del Ministero delle corporazioni, Direzione generale dell'industria
Con l'espansione coloniale del periodo fascista si riordina e si rafforza il Servizio Geologico nell'ambito del Corpo Reale delle miniere con il R.D.L. n. 237 del 20 gennaio 1936/XIV e Legge 25 maggio 1936/XIV.
1943 - Servizio Geologico della Direzione generale delle Miniere e della metallurgia
Con il R.D. del 10 maggio 1943 il Servizio Geologico di Stato viene riordinato estendendo i propri compiti anche agli studi e alle ricerche di carattere geofisico.
Con il R.D. n.718 del 9 agosto 1943 il Ministero delle Corporazioni assume la denominazione di Ministero dell'industria, del commercio e del lavoro.
1958 - Servizio Geologico del Corpo delle Miniere
Il decreto del Presidente della Repubblica n. 413 del 16 gennaio 1958 decreta le norme per il riordinamento nel Corpo delle Miniere del ruolo del Servizio Geologico.
1960 - Organo Cartografico di Stato
Con la Legge 2 febbraio 1960 n.68, il Servizio Geologico è designato organo cartografico dello Stato.
La Legge 3 gennaio 1960, n. 15, anche indicata come Legge Sullo, autorizza la spesa straordinaria di 2500 milioni di lire per il completamento, aggiornamento e pubblicazione della Carta geologica d'Italia e dei relativi studi illustrativi. Ai lavori che dovranno essere completati entro il 30 giugno 1970 potranno contribuire Università, Enti pubblici e privati e Regioni Autonome sotto la supervisione del Comitato Geologico.
1971 - Carta geologica alla scala 1:50.000 - iniziano i lavori
Una volta completata la cartografia geologica alla scala 1:100.000, il Servizio Geologico inizia i lavori per la realizzazione della Carta geologica alla scala 1:50.000. Con le poche forze lavoro e gli scarsi mezzi a disposizione vedranno la stampa solo alcuni fogli indicati come "fogli sperimentali".
1987 - Servizio Geologico del Ministero dell'Ambiente
Con il D.P.C.M. del 15 gennaio 1987 il Servizio Geologico è trasferito al Ministero dell'Ambiente. Oltre rilevare, compilare, pubblicare e aggiornare la carta geologica e le carte geotematiche alle varie scale, ha il compito tra gli altri di costituire collezioni e banche dati nazionali, eseguire ricerche e controlli al fine di conoscere e tutelare il territorio nazionale nonché fornire alle pubbliche amministrazioni attività di consulenza nel campo delle Scienze della Terra.
Con il decreto legge 9 settembre 1987 n. 373 viene disposto lo stanziamento di 75 miliardi di lire per far fronte al potenziamento e alla riorganizzazione del Servizio Geologico.
1988 - Autonomia funzionale e scientifica del Servizio Geologico
Al Servizio Geologico d'Italia viene attribuita autonomia funzionale e scientifica nello svolgimento dell'attività tecnica di servizio e di ricerca, allo scopo di assicurare la salvaguardia e l'utilizzazione ottimale del territorio (D.P.C.M. del 28 ottobre 1988).
Nell'ambito del Programma annuale di interventi urgenti per la salvaguardia ambientale vengono stanziati 20 miliardi di lire per la realizzazione della cartografia geologica alla scala 1:50.000 (Progetto CARG) (L. 67/88 e relativa Delibera CIPE).
1989 - Servizio Geologico Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Con la Legge 183/89 sulla difesa del suolo il Servizio Geologico, insieme ai servizi idrografico e mareografico, sismico e dighe costituisce un sistema coordinato e unitario sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri denominato Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali, con autonomia scientifica, tecnica, organizzativa ed operativa con lo scopo di assicurare la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico e la tutela degli aspetti ambientali connessi.
Con la Legge 305/89 e relativa delibera CIPE, le attività collegate al Progetto CARG vengono inserite nella Programmazione triennale per la tutela ambientale.
Alla volontà politica si affianca finalmente anche la disponibilità economica!
Il riordino e il potenziamento dei servizi tecnici nazionali (DPR n. 85 del 24 gennaio 1991) decreta che il Servizio Geologico, oltre a esercitare le competenze già acquisite, debba collaborare alle attività di protezione civile ai fini di prevenzione in occasione di calamità naturali o di altri gravi emergenze.
1999 - APAT
Con il Decreto Legislativo 300/99 il Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali confluisce con l'Agenzia nazionale per la Protezione dell'Ambiente (ANPA) nell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), svolgendo compiti e attività tecnico-scientifiche di interesse nazionale per la protezione dell'ambiente, per la tutela delle risorse idriche e della difesa del suolo.
A seguito di questo nuovo assetto e alla luce della nuova normativa, il Servizio Geologico perde di fatto la propria denominazione storica e rientra con i suoi compiti all'interno della nuova struttura.
2008 - ISPRA
Il 21 agosto 2008 viene emanata la legge 133 che sancisce la fusione dell'APAT con ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica applicata al Mare) e INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica).
Nasce così l'ISPRA: Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Bibliografia
Per ulteriori informazioni sul Servizio Geologico d'Italia puoi consultare le seguenti pubblicazioni:
SPERANDIO S. & ZANFRA' S. - (1977) - Primi programmi per la Carta geologica d'Italia. Verbali delle adunanze del Regio Comitato Geologico d'Italia negli anni 1868-1877. Documentazione originale storica, tecnica ed iconografica. Boll. Serv. Geol. d'Italia, CXIV suppl., Roma
CARUSONE A., MORRONI E. & ZANFRA' S. (1996) - La Carta geologica d'Italia. Un itinerario bibliografico. Presidenza Consiglio dei Ministri, Dip. Serv. Tec. Naz., biblioteca. IPZS, Roma
CORSI P. (2003) - La Carta Geologica d'Italia: agli inizi di un lungo contenzioso In: Vai G.B. & Cavazza W. (Eds.) - Four Centuries of the Word Geology. Ulisse Aldrovandi 1603 in Bologna. Minerva Edizioni
CORSI P. (2007) - Introduction to thematic set of paper on Geological Surveys. Earth Sciences History, 26 (1): 5-12
CORSI P. (2007) - Much ado about nothing: the Italian Geological Survey, 1861-2006. Earth Sciences History, 26 (1): 97-125
TACCHIA D. (2007) - Carta geologica d'Italia - 1:50.000. Guida all'uso del manuale cromatico di riferimento per la stampa delle carte geologiche. Quaderni serie III, vol. 11. APAT, Roma


martedì 13 febbraio 2018

Megaterio (Megatherium)

Scheletro di Megatherium americanum al Natural History Museum, London
Il megaterio (gen. Megatherium) è un genere estinto di mammiferi che comprendeva varie specie di bradipi terricoli giganti vissuti durante il Pliocene e il Pleistocene nelle Americhe. Il nome scientifico deriva dal greco e significa grande bestia; gli venne conferito dal paleontologo Richard Owen nel 1856. Difatti, questi mammiferi raggiungevano delle dimensioni ragguardevoli, come nel caso del Megatherium americanum dall'aspetto simile ad un orso ma grande quanto un elefante: lungo fino a 6 m per un peso di 3-4 tonnellate.



Per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Megatherium

mercoledì 7 febbraio 2018

Rift Valley - Great Rift Valley - Africa


Mappa della Rift Valley. Il triangolo di Afar è colorato in rosso scuro. I numerosi vulcani attivi della zona sono mostrati come triangoli rossi. La linea tratteggiata mostra la parte est africana della faglia.
La Rift Valley oppure Great Rift Valley (dall'inglese rift valley, "fossa tettonica") o anche Grande fossa tettonica nei testi in italiano, è una vasta formazione geografica e geologica che si estende per circa 6000 km in direzione nord-sud della circonferenza terrestre, dal nord della Siria (sud-ovest dell'Asia) al centro del Mozambico (est dell'Africa).

La valle varia in larghezza dai 30 ai 100 km e in profondità da qualche centinaio a parecchie migliaia di metri. Si è creata dalla separazione delle placche tettoniche africana e araba, che iniziò 35 milioni di anni fa, e dalla separazione dell'Africa dell'est dal resto dell'Africa, processo iniziato da 15 milioni di anni. Il nome alla valle fu dato dall'esploratore John Walter Gregory. Qui sono stati ritrovati i resti fossili di un antichissimo ominide primitivo, cui fu dato il nome di Lucy.

La parte settentrionale della Rift Valley forma la valle del fiume Giordano, che scorre verso sud attraverso il lago Hula e il mar di Galilea, in Israele, fino al Mar Morto. A sud del Mar Morto, la Rift Valley è occupata dal wadi Araba e ancora più a sud dal golfo di Aqaba e dal Mar Rosso.

Rift Valley in Israele
Nella parte più meridionale del mar Rosso la Rift Valley si dirama in due direzioni diverse, verso est e verso sud. La zona della diramazione è chiamata il triangolo di Afar o depressione della Dancalia, si trova in Etiopia ed è probabilmente un punto geologico in cui tre placche tettoniche si dividono e tendono ad allontanarsi tra loro. La diramazione verso est forma il golfo di Aden, e da questo punto in poi la Rift Valley continua come parte delladorsale oceanica. La diramazione verso sud è spesso indicata come Great Rift Valley. Tra la depressione dell'Afar e la depressione del lago Turkana, in Kenya, si sviluppa la cosiddetta Rift Valley Etiopica, che separa l'altopiano etiopico ad ovest da quello somalo ad est. Più a sud la Rift Valley si divide in due rami, il ramo orientale e il ramo occidentale.

Il ramo occidentale è delimitato da alcune delle montagne più alte dell'Africa, inclusi i monti Virunga, i monti Mitumba e Ruwenzori e contiene i grandi laghi africani, che includono laghi tra i più profondi del mondo, come il lago Tanganica, profondo fino a 1.470 metri. Al contrario il lago Vittoria non è direttamente parte del sistema della Rift Valley, anche se in realtà è posizionato tra i rami orientale e occidentale.

Il ramo orientale si sviluppa in Kenya e Tanzania; ad esso è associata la montagna più alta d'Africa, il Kilimangiaro ed altri rilievi principali come il monte Kenya. I laghi del ramo orientale sono meno profondi rispetto a quelli del ramo occidentale e sono caratterizzati da un'alta concentrazione di sali minerali dovuta alle piogge, che portano i sali minerali dai vicini vulcani, e alla forte evaporazione dell'acqua. Il lago Magadi, ad esempio, ha la sua superficie completamente coperta di soda cristallizzata, e i laghi Elmenteita, Baringo,Bogoria e Nakuru sono fortemente alcalini, mentre il Lago Naivasha ha una grande varietà biologica grazie alle sorgenti di acqua dolce che lo alimentano.

The part way up to Mount Meru, the shape of the old caldera (volcanic crater)
I due rami si riuniscono nella parte meridionale terminale, formando il Lago Niassa, il terzo corpo d'acqua dolce più profondo del mondo, con profondità massima di 706 metri e disperdendosi poi nella valle dello Zambesi, nel Mozambico centrale.

L'attività geotermica e l'allargamento della faglia ha causato un assottigliamento della litosfera fino a uno spessore di soli 20 km, quando per i continenti lo spessore tipico è di 100 km. Tra qualche milione di anni, la litosfera potrebbe spaccarsi e l'Africa orientale potrebbe dividersi dal resto del continente.

L'attività vulcanica e la inusuale concentrazione di punti caldi ha prodotto le montagne vulcaniche del Kilimangiaro, monte Kenya, Karisimbi, Nyiragongo, monte Meru, monte Elgon e il vulcano Ol Doinyo Lengai, che è l'unico vulcano natrocarbonitico del mondo (cioè con presenza di carbonati).

lunedì 5 febbraio 2018

Disastro del Vajont: foto e sezioni geologiche


Il disastro del Vajont fu l'evento occorso la sera del 9 ottobre 1963 nel neo-bacino idroelettrico artificiale del Vajont, a causa della caduta di una colossale frana dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del sottostante e omonimo bacino lacustre alpino. La conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, ed il superamento dell'omonima diga, provocarono l'inondazione e la distruzione degli abitati del fondo valle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.910 persone.

Per saperne di più:
Disastro del Vajont

Quelle che seguono sono alcune foto (scansionate) del Vajont e alcune scansioni di sezioni geologiche realizzate da Livio Trevisan, fornitemi da Alessandro da Mommio.
(indirizzo facebook https://www.facebook.com/damommio) che ringrazio di cuore.










Per saperne di più sulle frane vedi anche:


venerdì 2 febbraio 2018

Libro: Geografia Fisica di T.L. McKnight e D. Hess.

Geografia Fisica di T.L. McKnight e D. Hess. Volume di oltre 600 pagine, ampiamente illustrato a colori.
Questo testo passa in rassegna i diversi elementi dell’ambiente naturale, la natura e le caratteristiche degli elementi fisici, i processi coinvolti nel loro sviluppo, la loro distribuzione sul pianeta e le loro interrelazioni di base.

Per quanto ne sappiamo, sebbene vi siano miliardi di corpi celesti nell’universo, l’ambiente della Terra è diverso da quello di tutti gli altri pianeti. Questo ambiente unico ha prodotto un paesaggio unico: una combinazione di solidi, liquidi e gas; materia organica ed inorganica; una sconvolgente varietà di forme di vita ed una straordinaria diversità di caratteristiche fisiche che non è neanche lontanamente simile a quella di qualsiasi altro pianeta conosciuto.

In questo testo, il nostro studio della geografia fisica è costruito attorno al tentativo di far capire questo paesaggio unico. Con l’avanzamento nello studio, il tema centrale sarà costituito dallo sviluppo e dalle successive modificazioni del paesaggio terrestre.

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